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Un inizio d’anno turbolento per il mercato energetico

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Il mercato energetico europeo ha aperto il 2025 con una serie di significative sfide che stanno influenzando in modo considerevole l’andamento dei prezzi di elettricità e gas. Gli ultimi report settimanali DER, pubblicati il 14 e il 21 gennaio 2025, mettono in luce un quadro complesso, caratterizzato da forti tensioni geopolitiche, condizioni meteorologiche avverse e un mercato in continua evoluzione.

I dati mostrano come la combinazione di questi fattori abbia portato a un aumento dei prezzi sia nel settore elettrico che in quello del gas naturale, con impatti diretti sui consumatori e sulle strategie di approvvigionamento degli operatori del settore. L’inizio del 2025 è stato quindi segnato da una forte variabilità, con il rischio che questa tendenza possa proseguire nei prossimi mesi.

Il 2024 tra calo iniziale e risalita dei prezzi

Guardando i dati del 2024, l’anno si è concluso con un andamento dei prezzi altalenante: se nei primi mesi si era registrato un calo significativo rispetto al 2023, nel corso dell’anno diversi fattori hanno contribuito a un’inversione di tendenza.

Secondo il report DER 392, i prezzi medi spot a consuntivo per l’energia elettrica si sono attestati intorno ai 109 €/MWh, con una riduzione di 18 €/MWh rispetto all’anno precedente, mentre il prezzo del gas ha chiuso a circa 36 €/MWh, registrando un calo di 6 €/MWh rispetto al 2023. Tuttavia, questa riduzione è stata più evidente nei primi mesi dell’anno, mentre il susseguirsi di eventi geopolitici e squilibri di mercato ha portato a una ripresa dei prezzi, culminata in una chiusura d’anno con trend rialzista.

A confermare questa crescita, anche i prodotti forward hanno seguito una traiettoria simile: il contratto Cal25 power ha aperto il 2024 a 102 €/MWh, ma ha chiuso l’anno con una quotazione di 131 €/MWh, evidenziando un progressivo rialzo nel corso dell’anno; lo stesso vale per il gas, con il Cal25 PSV che è passato da 35 €/MWh di inizio anno a 131 €/MWh negli ultimi scambi.

Gas ed energia elettrica: un gennaio 2025 sotto pressione

Uno dei fattori chiave che ha impattato il mercato nelle prime settimane del 2025 è stata la definitiva interruzione del gas russo in transito dall’Ucraina verso l’Europa. Sebbene fosse una misura attesa da tempo, l’effetto sui mercati non è stato trascurabile. Il 3 gennaio, il prezzo del TTF ha superato i 50 €/MWh, raggiungendo i livelli più alti dall’ottobre 2023; anche il PSV ha registrato valori superiori a 50 €/MWh nei primi giorni dell’anno.

A peggiorare la situazione, è intervenuta la questione geopolitica legata al presunto attacco ucraino al gasdotto Turkstream, avvenuto a metà gennaio. Nonostante il governo russo abbia dichiarato che l’offensiva non ha causato danni alla stazione di compressione, la sola notizia ha contribuito a un incremento dei prezzi. Il 14 gennaio, il PSV ha superato i 52 €/MWh, mentre il TTF ha chiuso la settimana con un balzo fino a 48 €/MWh, registrando la crescita giornaliera più alta dallo scorso novembre.

Ma non sono solo gli eventi geopolitici a pesare sul mercato: le rigide temperature registrate in Europa nelle prime settimane dell’anno hanno aumentato la domanda di gas per il riscaldamento. Nei primi venti giorni del 2025, i consumi sono cresciuti di circa il 5% rispetto all’anno precedente, con una domanda aggiuntiva di 135 milioni di smc. La conseguenza è stata un significativo calo delle scorte di gas negli stoccaggi europei, che si sono ridotte di oltre 90 TWh dall’inizio dell’anno, attestandosi intorno al 60% della capacità totale.

L’Italia, pur trovandosi in una posizione relativamente più stabile con livelli di stoccaggio superiori alla media europea, sta comunque affrontando le stesse sfide, cercando di diversificare le proprie fonti di approvvigionamento per evitare possibili criticità nel periodo invernale.

Mercato elettrico: i prezzi spinti dal freddo e dalla scarsa produzione eolica

Anche il settore dell’energia elettrica ha vissuto un inizio anno caratterizzato da un incremento dei prezzi: la combinazione tra temperature rigide e una minore produzione eolica ha contribuito a un aumento del costo dell’energia in diversi mercati europei.

In Germania, la scorsa settimana si è registrato un forte calo della produzione eolica, con effetti immediati sui prezzi. Il 17 gennaio, ad esempio, il prezzo dell’energia elettrica in Germania ha raggiunto i 378 €/MWh, un livello molto elevato rispetto alla media.

In Italia, il PUN ha seguito una traiettoria simile, chiudendo la settimana del 21 gennaio a 149 €/MWh, in crescita di 14 €/MWh rispetto alla settimana precedente. Il picco più alto si è registrato mercoledì 17 gennaio, quando il prezzo ha toccato i 171 €/MWh.

L’andamento rialzista ha coinvolto anche i prodotti forward: il Cal26 power ha chiuso la settimana a 117 €/MWh, segnando un incremento di 2 €/MWh in una sola settimana. Anche il Q225 ha visto un rialzo, arrivando a 125 €/MWh, in crescita di 4 €/MWh.

Quali prospettive?

L’evoluzione del mercato energetico nei prossimi mesi dipenderà da diversi fattori: 

  • In primo luogo, sarà fondamentale monitorare le tensioni geopolitiche e le loro possibili implicazioni sulle forniture di gas. Il mercato continua a scontare il rischio di difficoltà nel riempimento degli stoccaggi durante l’estate, che potrebbe portare a nuovi aumenti dei prezzi. 
  • Un altro aspetto critico sarà la produzione di energia da fonti rinnovabili, in particolare eolico e solare. Se le condizioni meteorologiche dovessero rimanere sfavorevoli, il mercato elettrico potrebbe continuare a subire pressioni al rialzo. 
  • Infine, sarà interessante osservare le possibili risposte dei governi europei e degli operatori di mercato. Potrebbero essere introdotte nuove misure regolatorie per incentivare la stabilizzazione dei prezzi o aumentare gli investimenti in infrastrutture di stoccaggio e trasporto dell’energia.

In questo scenario la sfida principale per gli operatori del settore sarà trovare un equilibrio tra sicurezza dell’approvvigionamento e sostenibilità economica. Il 2025 è iniziato con forti turbolenze, e i prossimi mesi saranno decisivi per capire se il mercato riuscirà a trovare una maggiore stabilità o se assisteremo a nuove impennate dei prezzi.